Speciale Dental Team
Prevenzione della carie dei solchi di molari permanenti Nicola Satta Igienista dentale, Cagliari; direttore Unità Didattica e professore a contratto Corso di Laurea in Igiene Dentale, Università degli Studi di Cagliari
ABSTRACT
MATERIALI E METODI
Il presente lavoro è teso a mostrare, in successione, le fasi salienti della tecnica di sigillatura dei solchi valorizzando, inoltre, l’aspetto della comunicazione sia tra operatori sia tra operatori e pazienti.
Il primo step dell’intera procedura di sigillatura dei solchi è il più delicato ed è rappresentato dalla valutazione dello stato di salute delle superfici da parte dell’odontoiatra, in collaborazione con l’igienista dentale [1]. L’isolamento con diga di gomma è essenziale per rendere efficaci e predicibili i risultati clinici della sigillatura, che per la sua esecuzione richiede un campo asciutto, favorente la corretta adesione dei materiali idrofobici. Inoltre, migliora di gran lunga la prestazione dell’operatore garantendogli una migliore visibilità e una maggiore facilità nell’effettuarla, proteggendo contestualmente il paziente dall’ingestione accidentale di agenti chimici [6]. Le figure 1-8 descrivono l’intera procedura [1,5,7,8]. La videocamera intraorale è un valido ausilio nella comunicazione con i piccoli pazienti e i loro genitori (fig. 1): si utilizzerà durante tutte le fasi della sigillatura, coinvolgendo il paziente, che risulterà più motivato e predisposto alla collaborazione [7]. Il suo impiego assumerà un ruolo determinante dopo la mordenzatura (fig. 6): a questo punto la superficie dei solchi sarà ben visibile e l’odontoiatra potrà effettuare, ove necessario, un’ulteriore valutazione per la conferma dello stato di salute dell’elemento. In questa fase è importante mostrare ai genitori le superfici occlusali, evidenziando come la profondità dei solchi possa ostacolare la rimozione della placca batterica e sottolineando l’importanza delle sigillature. La videocamera diventa inoltre uno strumento ludico per il piccolo paziente, lo rende partecipe di ogni fase della procedura e ne migliora la compliance [7]. Per favorire il monitoraggio nel tempo dello stato di salute dell’elemento dentale sottoposto a sigillatura e l’intercetta-
INTRODUZIONE La pratica clinica della sigillatura dei solchi dei molari permanenti è considerata una misura di primaria importanza nello scenario della prevenzione della patologia cariosa, unitamente ai controlli clinici periodici, a una corretta igiene orale e alimentare e all’assunzione di fluoro [1-3]. I sigillanti svolgono un ruolo fondamentale sia nella prevenzione primaria, in quanto creano una barriera fisica nei confronti dei batteri che si accumulano nelle fossette e nei solchi dei denti sani, sia nella prevenzione secondaria, arrestando la progressione delle lesioni cariose incipienti, in assenza di cavità [1]. È una pratica clinica di prevenzione della carie fortemente raccomandata, semplice, sicura e vantaggiosa dal punto di vista del rapporto costi/benefici [4]. I dati riportati in letteratura, relativi ai primi molari permanenti, mostrano come le sigillature si siano rivelate efficaci nell’87,1% dei casi a una valutazione a 3 anni dall’applicazione, nel 76,3% dei casi a 4 anni e nel 65% dei casi a 9 anni [4]. Il presente lavoro evidenzia come la pratica della sigillatura dei solchi debba essere affrontata con grande attenzione. La collaborazione tra odontoiatra e igienista dentale è determinante nella valutazione dello stato di salute degli elementi dentali da trattare e, in particolare, del tipo di substrato sul quale il sigillante verrà posto [2,5].
DENTAL CADMOS
| 2015;83(7):499-506 |
501
Speciale Dental Team
Fig. 1
Visualizzazione con videocamera
Fig. 2
Applicazione del rivelatore di placca
Fig. 3
Detersione della superficie
7a
Fig. 5
Stesura del mordenzante
Fig. 6
Aspetto dopo la mordenzatura
Fig. 8 Risultato dopo il controllo occlusale e la rimozione dei precontatti
Fig. 4
Mordenzatura
7b
Fig. 7a,b Stesura del sigillante resinoso con microbrush
misura preventiva in cui si potranno ottenere ottimi risultati utilizzando le tecnologie più avanzate e, soprattutto, avvalendosi della collaborazione dell’intero team odontoiatrico.
BIBLIOGRAFIA
zione precoce di eventuali lesioni cariose in atto al di sotto del sigillante infiltrato, è preferibile scegliere una resina trasparente (clear seal) [1,5]. La fase di indurimento viene effettuata con lampada polimerizzatrice per 30-40 secondi, inizialmente a 3-4 cm dalla superficie, diminuendo gradualmente la distanza fino al contatto con il dente [1]. È indispensabile il riesame semestrale del sigillante per la verifica della sua integrità e per intervenire tempestivamente su eventuali alterazioni [8].
CONCLUSIONI La qualità delle prestazioni odontoiatriche è determinata, in larga misura, dalla precisa esecuzione di ogni fase di lavoro. Ciò risulta basilare nella procedura di sigillatura dei solchi,
502 | DENTAL CADMOS
| 7/2015
1. Mura A, Cortesi Ardizzone V, Pejirone C. Trattamenti di prevenzione. In: Cortesi Ardizzone V, Abbinante A (a cura di). Igienista orale. Milano: Edra, 2014. 2. Erriu M, Satta N, Uccella F, Piras A, Denotti G. Valutazione della ritenzione dei sigillanti in seguito a ozonoterapia presigillatura. Rivista Italiana Igiene Dentale 2015. In stampa. 3. Beauchamp J, Caufield PW, Crall JJ, Donly KJ, Feigal R, Gooch B, et al. Evidence-based clinical recommendations for the use of pit-andfissure sealants: a report of the American Dental Association Council on Scientific Affairs. Dent Clin North Am 2009;53(1):131-47. 4. Ministero della Salute. Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva. Aggiornamento 2013. http://www.salute.gov.it 5. Mason S, Calabrese M, Graiff L, Mason PM. Approccio razionale al nuovo modello di carie dei solchi. Rivista di Odontoiatria 2005. www. amicidibrugg.it 6. Ferraroni R, Gangale M. La diga. In: Cortesi Ardizzone V, Abbinante A (a cura di). Igienista orale. Milano: Edra, 2014. 7. Guastamacchia C, Cortesi Ardizzone V. Qualità e comunicazione. In: Cortesi Ardizzone V, Abbinante A (a cura di). Igienista orale. Milano: Edra, 2014. 8. Wilkins EM. La pratica clinica dell’igienista dentale. Padova: Piccin, 2011.