Prodotti per il trucco del viso

Prodotti per il trucco del viso

¶ I – 50-170-A-10 Prodotti per il trucco del viso M.-C. Martini I prodotti per il trucco del viso comprendono rossetti, fondotinta, polveri, fard, co...

247KB Sizes 2 Downloads 98 Views

¶ I – 50-170-A-10

Prodotti per il trucco del viso M.-C. Martini I prodotti per il trucco del viso comprendono rossetti, fondotinta, polveri, fard, così come i prodotti per il trucco degli occhi, quali eyeliner, ombretti, mascara, matite e khol. Tutti questi prodotti contengono grandi quantità di coloranti di origine naturale e sintetica sotto forma insolubile di pigmenti o di lacche. Sono spiegate la natura, la legislazione e la denominazione dei coloranti, come anche la composizione dei differenti prodotti che li contengono. Sono ricordati la tollerabilità, la conservazione e gli eventuali controlli di ogni tipo di prodotto. Infine, il mercato francese dell’insieme dei prodotti per il trucco è confrontato con il mercato cosmetico globale. © 2011 Elsevier Masson SAS. Tutti i diritti riservati.

Parole chiave: Trucco; Rossetto; Mascara; Fondotinta

Struttura dell’articolo ¶ Introduzione

1

¶ Coloranti Denominazione e legislazione Coloranti dei prodotti per il trucco

2 2 2

¶ Trucco per labbra Cenni storici Composizione Diversi tipi di rossetti Tollerabilità Controlli

3 3 3 3 3 4

¶ Trucco per il colore Cenni storici Fondotinta Polveri Fard per le guance

4 4 4 5 5

¶ Trucco per gli occhi Cenni storici Eyeliner Mascara Ombretti Matite e «khol» Conservanti dei prodotti Tollerabilità

5 5 6 6 6 6 7 7

¶ Conclusioni

7

■ Introduzione I prodotti per il trucco, come rossetti, fondotinta, ombretti, mascara, esistono da secoli, ma non hanno smesso di migliorare nel corso del tempo, tanto dal punto di vista delle loro prestazioni tecnologiche che da quello della loro tollerabilità. I progressi della formulazione galenica e la comparsa di nuove materie prime Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei

hanno permesso di migliorare notevolmente le trame, l’effetto ottenuto e la durata di tale effetto. Tuttavia, compaiono nuove esigenze. I prodotti devono essere piacevoli, pur assicurando una tenuta perfetta. Il lato pratico dell’applicazione assume un’importanza considerevole: «raisin» che non si spezzano, polveri che non si volatilizzano, smalti per unghie ad asciugatura ultrarapida e così via. Essi devono essere non soltanto perfettamente tollerati ma anche utili tanto per il trattamento quanto per mascherare dei difetti. L’associazione con il trattamento ha trasformato il trucco, come anche la comparsa di pigmenti speciali in grado di attenuare le rughe. Gli ultimi progressi della tecnica tendono ad affrancarsi dalla presenza dei pigmenti inerti fisicamente, ricreando la nanostruttura dei materiali disposti in strati multipli alla base dei colori naturali [1]. Si ottengono, così, diversi colori per fenomeno di interferenza. Il trucco, un tempo riservato alle prostitute e, poi, preferibilmente, alle donne giovani, si impone, attualmente, ad ogni età e a tutte le categorie sociali. Tenta anche qualche incursione nel campo maschile [2] e diviene specifico per le cuti colorate [3]. Infine, oltrepassa il quadro dell’ornamento del soggetto sano per divenire postchirurgico, adattandosi alle cuti ipersensibili di visi o busti indeboliti dagli interventi, e conquista gli ospedali psichiatrici. Come tutta la cosmetica, il trucco segue le tendenze di fondo del consumo e dello stile di vita, ma, più di ogni altro prodotto, è, prima di tutto, legato alla moda. In Francia, i prodotti per il trucco (labbra, unghie, occhi, viso) sviluppavano, nel 2006, un fatturato HT di 700 milioni di euro, il che rappresenta circa il 12% del mercato totale della cosmetica. Il mercato mondiale del trucco si fissava a 23,6 miliardi di dollari nel 2003 [4, 5]. Esso è relativamente stabile in Europa [4].

1

I – 50-170-A-10 ¶ Prodotti per il trucco del viso

Tabella 1. Corrispondenza denominazione americana - Color Index. Denominazione FDA

a

N° CI

Denominazione FDA

N° CI

Denominazione FDA

N° CI

DC Red 7

15 850

DC Red 28

45 405

DC Yellow 10

47 005

DC Red 8

15 585

a

DC Red 34

15 880

FDC Yellow 5

19 140

DC Red 9

15 585

a

DC Red 36

12 085

FDC Yellow 6

15 985

DC Red 10

15 630 Na

FDC Red 2

16 185

DC Blue 2

73 015

DC Red 11

15 630 Ca

FDC Red 3

45 430

DC Blue 6

73 000

DC Red 12

15 630 Ba

DC Orange 4

15 510

DC Blue 7

42 051

DC Red 13

15 630 Sr

DC Orange 10

45 425

FDC Blue 1

42 090

DC Red 19

45 170

DC Orange 17

12 075

DC Red 21

45 380

DC Yellow 1

10 316

DC Red 27

45 410

DC Yellow 7

45 350

a

a

Non autorizzato nella legislazione europea.

■ Coloranti Denominazione e legislazione [6] Chi dice prodotto per il trucco dice colorante. È, infatti, difficile concepire uno senza l’altro. I coloranti utilizzati per il trucco, pur essendo di origine diversa, sono o dei pigmenti, coloranti totalmente insolubili in olio e in acqua, o delle lacche. Insolubili anch’esse in olio e in acqua, le lacche sono ottenute mediante la fissazione di un colorante solubile su un supporto inerte (idrossidi di alluminio, di calcio, di bario o di stronzio). La legislazione dei coloranti utilizzabili in cosmetica è variabile a seconda dei paesi, il che non aiuta gli scambi e la comprensione degli studi realizzati. L’Europa ammette un elenco relativamente ampio che include, per una gran parte, i coloranti di origine sintetica, ma anche alcuni coloranti di origine naturale. Sono iscritti all’appendice IV della Direttiva cosmetica europea e sono citati sotto la sola denominazione valida per la loro identificazione, quella del Color Index (la sigla CI associata a un numero compreso tra 10 000 e 80 000). Il numero del Color Index corrisponde a una classe chimica o a un’origine minerale o vegetale, il che fornisce un’informazione immediata sulla natura del colorante (il Color Index è un dizionario britannico dei coloranti e non un indice colorimetrico, come si legge, a volte, in alcuni testi. Esso identifica la totalità dei coloranti utilizzati in tutti i campi: tessile, cosmetico, plastico, ecc.). La lista europea è costituita da quattro categorie: • coloranti ammessi per tutti i prodotti cosmetici; • coloranti ammessi per tutti i prodotti cosmetici a eccezione dei prodotti per gli occhi; • coloranti ammessi per i prodotti che non sono destinati a entrare in contatto con le mucose; • coloranti utilizzabili unicamente nei prodotti che entrano poco a contatto con la cute. La Food & Drug Administration degli Stati Uniti autorizza solo una trentina di coloranti classificati in tre categorie: • FDC (Food, Drug and Cosmetic); • DC (Drug and Cosmetic); • External DC (Drug and Cosmetic) unicamente per uso esterno. La loro denominazione comprende la categoria, il colore e un numero a 1 o a 2 cifre. Gli studi realizzati sui coloranti impiegano molto spesso la denominazione americana, senza fornire la corrispondenza del Color Index, pratica che ostacola l’identificazione (Tabella 1). I coloranti non sono quasi mai puri. Contengono delle «cariche» non colorate, delle tracce di metalli e dei residui di sintesi.

2

Per i coloranti cosmetici, in particolare per quelli che possono entrare a contatto con le mucose, le esigenze di qualità sono le stesse che per i coloranti alimentari. Per i coloranti alimentari, la legislazione è molto rigida. Sono vietate: • alcune impurità, come amine aromatiche e benzopirene; • le tracce di mercurio. La quantità di piombo, di arsenico e di altri metalli è strettamente regolamentata e non deve superare livelli molto bassi, dell’ordine di una parte per milione (1 ppm). La ricerca delle impurità imposta attualmente dalla legislazione rappresenta un problema analitico rilevante, ma l’identificazione e la quantificazione di queste impurità permette di conoscere la causa di alcune reazioni allergiche o di eliminare i rischi di cancerogenicità mediante l’esclusione della sostanza incriminata.

Coloranti dei prodotti per il trucco I coloranti di origine minerale sono, il più delle volte, dei pigmenti e, più particolarmente, degli ossidi. Alcuni sono colorati (ossido di ferro: nero, bruno, rosso, giallo; ossido di cromo: verde), altri sono dei pigmenti bianchi (ossido di titanio = CI 77 891, ossido di zinco = CI 77947). Si trovano anche dei sali complessi (pirofosfato di manganese: violetto; sulfosilicato di alluminio: oltremare; ferrocianuro ferrico: blu di Prussia). Fra i coloranti di origine animale, il solo ancora utilizzato è il carminio. Proviene dalla polverizzazione di insetti femmine del genere coccus cacti. Se ne estrae l’acido carminico, solubile, che è successivamente presentato sotto forma di lacca insolubile, il carminio, di colore rosso. I coloranti di origine vegetale (carotenoidi, betanina, antociani) sono poco utilizzati nei prodotti per il trucco, perché idro- o liposolubili. Essi colorano le mucose e la cute in maniera quasi indelebile, a causa della loro solubilità, che permette una fissazione molto solida a livello dello strato corneo (liposolubilità) o della mucosa (idrosolubilità). I pigmenti (insolubili) hanno soltanto un’azione superficiale. La recente presentazione di coloranti vegetali sotto forma di lacca, rendendoli quasi insolubili, ha lo scopo di facilitare il loro uso. I coloranti di origine sintetica sono estremamente numerosi. Nei prodotti per il trucco si utilizzano soprattutto, sempre sotto forma di pigmenti o di lacche: • i derivati azoici: rossi o gialli; • le fluoresceine bromate o iodate che sono coloranti gialli, rossi, rosa e violetti più o meno fluorescenti, generalmente trasformati in lacche; • le ftalocianine, coloranti verdi, blu e violetti; • i derivati del trifenilmetano, coloranti verdi e bruni. Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei

Prodotti per il trucco del viso ¶ I – 50-170-A-10

I nacranti, micatitanio e mica-ossicloruro di bismuto, forniscono dei colori interferenziali o sono associati a dei coloranti. Le paillettes di materiale plastico sono attualmente molto apprezzate per gli effetti di brillantezza intensa. I pigmenti attuali sono in genere «rivestiti» con sostanze idrofobe (silicone) o idrofile (collagene) o, ancora, anfotere (lecitina e derivati). Questo rivestimento modifica il loro stato di superficie, li rende più compatibili con gli altri componenti della formula e facilita la loro dispersione e la loro tenuta sul supporto (cute o mucosa) [7].



Punti importanti

I coloranti dei prodotti per il trucco sono pigmenti o lacche, tutti insolubili, principalmente di origine minerale o sintetica. Il solo colorante di origine animale è il carminio. Sono etichettati sotto la numerazione del Color Index (p. es., CI 45 000). Sono sottoposti a una legislazione rigorosa sotto forma di lista positiva.

■ Trucco per labbra Nel 2006, la colorazione delle labbra rappresentava il 19% del totale dei prodotti per il trucco [5]. È un campo piuttosto stagnante, poiché le giovani donne preferiscono per tutti i giorni il trucco degli occhi. Tuttavia, e forse per questa ragione, le innovazioni nel campo delle formulazioni e delle presentazioni sono costanti.

Cenni storici Senza entrare nel dettaglio della storia del rossetto, si può affermare che la colorazione delle labbra risale alla più lontana antichità. Le egiziane ricorrevano a una preparazione a base di argilla rossa o di pietre semipreziose frantumate, che applicavano con l’aiuto di un bastoncino, e di petali di rosa pestati e le greche a una sostanza di origine vegetale estratta dalla radice di alkanna, a delle more schiacciate o a del succo di uva nera. Il carminio di cocciniglia e la porpora di Tyr sono probabilmente stati usati per colorire le labbra in questa epoca, benché ne sia stata fatta raramente menzione. Dopo un lungo periodo di abbandono, si riscontra l’utilizzo del rossetto a partire dal XVI secolo, con l’impiego di polveri minerali tossiche, in particolare nel corso del XVII e del XVIII secolo. Nel XIX secolo, compare una sorta di pomata a base di cera, strutto e coloranti vegetali (alkanna e uva) presentata sotto forma di bastone. È l’origine dell’attuale rossetto a stick. Il termine «raisin» usato nell’ambito lavorativo per designare il rossetto è derivato da questa composizione. La celebre «Pomata Rosat», usata a lungo per trattare le labbra screpolate, era a base di cera bianca, vaselina o cera di capodoglio, olio di vaselina ed essenza di rosa e carminio. Il XX secolo, a partire dagli anni ’20, ha visto lo sviluppo folgorante del trucco in generale e dei rossetti in particolare. L’evoluzione della loro composizione è stata intimamente legata a quella delle materie prime, alle richieste delle consumatrici e alla ricerca di una tollerabilità ineccepibile e di una tenuta perfetta e di lunga durata. Attualmente, il concetto di cura associata al trucco è costante. Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei

Composizione La formulazione di un rossetto classico è estremamente complessa e comporta spesso una trentina di componenti, i principali dei quali sono: • delle cere (cera d’ape, cera di carnauba e di candelilla, cera di riso, cere sintetiche); • degli olii vegetali (nocciola, sesamo, macadamia, jojoba, olio di ricino); • degli olii vegetali idrogenati; • degli alcol grassi (alcol oleico, esadecilico, tetraidrofurfurilico, octildodecanolo); • degli esteri grassi ramificati (isononanoato di isononile, ottile palmitato, octildodecil neopentanoato, diisopropil dilinoleato, ecc.); • dei siliconi (dimeticone, siliconi volatili); • dei pigmenti e delle lacche; • degli additivi: antiossidanti, conservanti, agenti di tissotropia (consentono di ottenere a riposo un’elevata viscosità che diminuisce sotto agitazione per tornare allo stato iniziale quando l’agitazione cessa), profumo. La costituzione del «corpo cera» o «corpo bianco» o «corpo incolore», cioè del bastone senza colorante, è un continuo equilibrio tra i grassi che forniscono resistenza e durezza e quelli che danno il fondente e la facilità di applicazione. I conservanti più impiegati abitualmente sono i parabeni associati al fenossietanolo, talvolta il Dowicil 200®, un donatore di formolo. Gli agenti di tissotropia sono scelti tra le argille quaternizzate. Essi evitano la sedimentazione dei pigmenti al momento della fabbricazione. I profumi sono, il più delle volte, degli aromatizzanti.

Diversi tipi di rossetti [8] I più antichi sono i rossetti indelebili, tra cui il famoso «bacio rosso» (Rouge Baiser)®, che conteneva sali solubili di fluoresceina. Questi coloravano la mucosa, assicurando una colorazione di lunga durata. Hanno dato luogo a epidemie di cheilite dovute al carattere allergizzante della fluoresceina. La sostituzione dei sali solubili con le basi liposolubili, i bromacidi, ha permesso di eliminare l’intolleranza, ma a scapito della tenuta. I rossetti indelebili attuali definiti «non trasferibili» devono le loro caratteristiche non più al colorante ma ai fissatori, che impediscono alla pellicola grassa di essere eliminata facilmente. Sono siliconi volatili, tetrao pentasiloxano, associati a resine siliconiche, che aumentano la resistenza della pellicola grassa. I rossetti grassi sono destinati a trattare le labbra sensibili, secche e più o meno screpolate. Restano in superficie, sono molto brillanti ma tengono poco. I rossetti semi-grassi, che rappresentano la tendenza attuale, sono lucenti e tengono meglio dei precedenti. I rossetti opachi sono coprenti e senza spessore. Contengono una notevole proporzione di polveri assorbenti (talco, caolino, silice, derivati di polietilene). Hanno lo svantaggio di essere molto secchi e, talvolta, duri all’applicazione. Non sono adatti alle mucose fragili. I rossetti ipoallergenici sono brillanti, grassi, spesso non profumati e privi, nella loro composizione, di ogni ingrediente che si suppone allergizzante. I profumi utilizzati sono essi stessi certificati ipoallergenici. I lucidalabbra, o lip-gloss, sono a base di sostanze lipofile a forte brillanza, quali i siliconi resinosi e il poliisobutene. Possono essere applicati su un rossetto, da cui la necessità di una certa caratteristica collante e filante.

Tollerabilità Le reazioni dovute ai rossetti sono conosciute da lungo tempo. La cheilite da rossetto è stata descritta da Sidi negli anni ’50-’60. Rimane la dermatosi riferita più

3

I – 50-170-A-10 ¶ Prodotti per il trucco del viso

spesso. Indipendentemente dal fatto che sia il risultato di una reazione di sensibilizzazione o di irritazione, non è legata esclusivamente alla presenza dei coloranti. Tuttavia, i derivati dello xantene, come le fluoresceine alogenate liposolubili sotto forma acida e idrosolubili sotto forma di sali sono considerati allergizzanti e fotosensibilizzanti. Inoltre, in ambiente fortemente perossidato, divengono irritanti per lo spostamento dell’alogeno. Questo fenomeno può verificarsi anche quando si trovano sotto forma di lacca. Sono molto spesso menzionati nella letteratura più antica [9], ma sembrerebbe che le produzioni attuali del colorante e del prodotto finito possano portare a una migliore stabilità evitando il rilascio. Anche i derivati azoici causano delle reazioni, ma, attualmente, ci si interessa maggiormente alla loro potenzialità cancerogena o mutagena. Il DC Red 36 è stato considerato non cancerogeno [10], mentre il DC Orange 17 è chiaramente mutageno [11]. Oltre ai coloranti, altri ingredienti sono chiamati in causa nella comparsa delle cheiliti: il propilene glicole (solvente) e il propile gallato (antiossidante) [12], l’acido ricinoleico costituente dell’olio di ricino [13, 14], alcuni diesteri come l’isopalmitil digliceril sebacato [15] , il gliceril di-isostearato e di-isostearil malato [16], il bisabololo (antinfiammatorio!) [17] e un copolimero polivinilpirrolidone-esadecene [17]. Viceversa, i diesteri dell’acido linoleico, di-isopropil, dicetearil, di-isostearil, dioctil, dioctildodecil e ditridecil, utilizzati a concentrazioni a volte molto elevate nei rossetti (fino al 57%), sono considerati non irritanti e non sensibilizzanti [18]. Sotto l’effetto di un’irradiazione ultravioletta, certi rossetti possono generare delle specie reattive dell’ossigeno, provocando una perossidazione lipidica [19], da cui l’interesse della presenza di filtri solari a esclusione del benzofenone-3 [20] , ben noto per il suo potenziale allergizzante. L’analisi di 75 casi di cheilite osservati su dei soggetti dai 9 ai 79 anni per determinarne la causa ha dimostrato che il 36% dei casi derivava da un’irritazione da contatto, il 25% da una dermatite allergica e il 19% da un eczema atopico, mentre il resto rimaneva di causa indeterminata [21] . Peraltro, uno studio condotto su 146 casi per un periodo di 19 anni utilizzava il patchtest per diagnosticare la reattività allergica dei soggetti. Il 22% di essi reagiva agli allergeni standard (fragrance mix, gommalacca, colofonia, balsamo del Perù) e il 18% reagiva solo con i propri prodotti [22]. In un altro studio proveniente dal North American Contact Dermatitis Group su 10 061 pazienti con problemi di labbra, solo in 196 di essi le labbra erano le sole parti interessate e 75 presentavano una cheilite allergica da contatto. Tra questi, 27 reagivano solo ai loro prodotti [23].

Controlli I fabbricanti procedono soprattutto a controlli fisicochimici: • indice di rottura, punto di goccia (temperatura alla quale il materiale grasso studiato produce una goccia; è un valore specifico dei corpi grassi che sostituisce la misurazione del punto di fusione, che è poco applicabile ad essi), misurazione delle essudazioni; • valutazione della capacità di irrancidimento, misura particolarmente importante, tenuto conto della presenza di corpi grassi spesso insaturi in grande quantità e dei pigmenti che sono iniziatori di ossidazione e di incorporazione d’aria a caldo durante la fabbricazione; • curve di fusione per Differential Scanning Calorimetry (DSC), che devono essere riproducibili. Il test di tollerabilità è un test in vivo sulla mucosa giugale di criceto. Per questo motivo è poco utilizzato e si preferisce un tentativo minimale con patch-test semplice su volontari.

4



Punti importanti

I rossetti sono prodotti anidri costituiti da una miscela di corpi grassi definita «corpo bianco» e da una miscela di pigmenti. Composizioni differenti consentono di ottenere dei rossetti nontrasferibili, grassi, opachi, semi-grassi e ipoallergenici o dei lucidalabbra (gloss).

■ Trucco per il colore Il mercato dei fondotinta, polveri e fard vari rappresentava, nel 2006, il 36% del mercato totale dei prodotti per il trucco e mostrava una progressione globale pari a + 8,2%, con una predominanza dei fondotinta sotto forma di stick [5]. Essi sono destinati, in particolare, a unificare la carnagione, a mascherarne le imperfezioni e a ridarle vivacità. Come tutti i prodotti per il trucco, essi obbediscono alle mode e ai costumi e variano a seconda dei paesi e del colore di base della cute, ma la loro composizione moderna resta generalmente identica. Si trovano sul mercato diversi tipi di prodotti per il trucco della pelle: • dei fondotinta colati o fluidi; • delle polveri libere o compatte; • dei trucchi per le guance grasse, compatti o stampati.

Cenni storici Come la colorazione delle labbra, quella della carnagione è molto antica. Gli ocra erano mescolati a grassi animali e applicati sotto forma di pomate, ma si utilizzavano anche coloranti di origine vegetale (antociani dei fiori e delle bacche) o animale (carminio, kermes). Il rosso era ottenuto anche mediante irritazione delle guance. Il «trucco pungente» di Cabilia è una polvere i cui rafidi acuminati penetrano nella cute. La cute color pesca bianca dà un risultato inferiore ma apprezzato. Il pallore della carnagione era ottenuto con l’applicazione di carbonato di piombo (biacca), di talco, di caolino, di creta, di gesso e, più tardi, di unguenti depigmentanti a base di sali di mercurio. Il rosso era fornito dal solfuro di mercurio (cinabro). Le polveri erano miste a strutto (grasso di maiale). Queste sostanze altamente tossiche furono più o meno abbandonate alla fine del XVIII secolo. I coloranti sintetici hanno preso il sopravvento all’inizio del XX secolo.

Fondotinta Qualunque sia la natura del fondotinta, le polveri bianche entrano per circa il 10% nella composizione di un fondotinta. Esse hanno il compito di dare più consistenza e capacità di copertura al fondotinta (la capacità di copertura è la capacità che possiede una polvere o una sospensione di ricoprire un supporto, in questo caso la cute. Contribuisce a dissimularne le imperfezioni ed è possibile apprezzarla, tra l’altro, mediante la misurazione del colore [diminuzione della couperose del viso e delle chiazze di iperpigmentazione]). Sono: • il talco (diluente, lubrificante); • il caolino (assorbente, opacizzante); • l’ossido di titanio (anti-UV e diluente) o di zinco (opacizzante e coprente); • lo stearato di zinco, opacizzante che facilita l’aderenza. La percentuale di queste «polveri diluenti» è in funzione del potere coprente e dell’opacità desiderati. Può essere incorporato del mica-titanio come agente perlescente, che ha il ruolo di riflettere la luce. Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei

Prodotti per il trucco del viso ¶ I – 50-170-A-10

I pigmenti sono quasi sempre pigmenti minerali. Associati alle polveri bianche, rappresentano il 7-10% della formulazione. I «pigmenti ottici» conferiscono a certi fondotinta un effetto soft focus, che rende sfocata la superficie della cute e cancella le rughe. Sono delle piastrine di mica e delle particelle di talco o sericite sotto forma lamellare associate a delle sfere di silice rivestite, che riflettono la luce in maniera unidirezionale o la diffrangono. I fondotinta più o meno fluidi si presentano sotto forma di latte o di crema. La formula è complessa, associando un’emulsione acqua/olio (A/O) o O/A o acqua/silicone, delle polveri bianche, delle lacche e dei pigmenti. La composizione delle emulsioni è tipica e si trova ancora spesso dello stearato di trietanolamina come emulsionante. Le formule più recenti comportano delle emulsioni di olii siliconici e di siliconi volatili. I fondotinta in gel sono soluzioni acquose gelificate, senza corpi grassi. Questo tipo di fondotinta senza capacità di copertura è utilizzato soprattutto per colorire e per dare una «buona cera», in particolare per i maschi. I fondotinta in stick o cakes make-up sono prodotti anidri. Sono costituiti solo da corpi grassi, cere, cariche e pigmenti dispersi a caldo nel supporto di base. La capacità di copertura è più o meno elevata a seconda del contenuto di cariche di ciascun prodotto e della tecnica di utilizzo. Si può anche arrivare alla trasparenza. Sono stati a lungo riservati al trucco professionale (cinema, scena). I fondotinta compatti two-ways cakes sono anch’essi composti da grassi, cariche e pigmenti. Si presentano come una crema colata e sono riapparsi da una quindicina d’anni con delle cariche assorbenti come sfere di silice o sfere di polietilene, che alleggeriscono e forniscono una superficie opaca. Possono servire al tempo stesso da fondotinta emulsionato applicato con acqua o da polvere compatta fortemente cremosa (applicata a secco), ma richiedono, allora, l’applicazione preliminare di una base. Le creme tinte non sono fondotinta ma dei prodotti di cura colorati. Benché le creme tinte uniformizzino la carnagione, non hanno reali qualità di copertura. Contengono il 2-5% di coloranti rispetto all’8-14% di pigmenti in un fondotinta classico.

anche dei monomeri che si polimerizzano per dare origine a delle forme speciali. Le polveri colorate sono prodotti per il trucco più recenti. Chiamate «Terra di sole o Terracotta», esse sono a metà strada tra i fard e le polveri libere. La loro carica di pigmenti è abbastanza elevata (7-10%).

Polveri

Cenni storici

Le polveri si presentano sotto forma di polveri libere, di polveri compatte o di polveri colorate. Le polveri libere sono a base principalmente di talco e di amido di riso, da cui la loro vecchia denominazione di «polvere di riso». Contengono anche della serecite (polvere di mica incolore; la mica è un silicato di alluminio e di potassio a struttura stratificata), degli amidi modificati, dei polimeri organici (polioxietilene tereftalato, polvere di poliamide), degli stearati di magnesio e di zinco e del carbonato di magnesio. Le particelle di polvere sono, talvolta, rivestite di sostanze più o meno «attive», come la lauroil lisina. I pigmenti entrano per l’1-3% nella composizione delle polveri: ossidi di ferro (giallo, rosso, nero), blu oltremare e agenti perlescenti. La miscela è completata con la presenza di antiossidanti e di profumo. Certi prodotti sono, oggi, meno utilizzati: • il caolino, che fornisce untuosità ma è troppo pastoso (il caolino, o argilla bianca, è un silicato di alluminio); • l’ossido di zinco, dalle proprietà astringenti e batteriostatiche e dal buon potere coprente, ma troppo bianco e troppo secco. Le polveri compatte sono delle polveri libere compattate in presenza di un legante a bassa concentrazione (2-5%) che può essere un olio minerale associato a della lanolina o uno squalano sintetico. Esse contengono

Il trucco per gli occhi è la più conosciuta fra tutte le forme di trucco. La forma dell’occhio era modificata per ragioni dapprima rituali e, in seguito, estetiche. Il trucco egizio mette in valore lo sguardo disegnando intorno all’occhio delle donne e degli uomini un ampio circolo verde, con l’ausilio di una pasta a base di cristalli di malachite. La fessura dell’occhio è allargata con del khol (solfuro di piombo o di antimonio). Queste sostanze minerali hanno, peraltro, il vantaggio di proteggere l’occhio dalle infezioni. Gli occhi delle pitture bizantine sono rotondi e circondati di nero. Nel Medioevo, ci si trucca poco ma si truccano gli occhi arrotondandoli con linee nere ottenute con del carbone mescolato a grassi animali. Nel XVII secolo, si marcano ancora gli occhi con del nero. Invece, nel XVIII e nel XIX secolo, il trucco violento degli occhi è abbandonato a vantaggio del trucco della carnagione e delle labbra più o meno pronunciato. Lo sviluppo dei prodotti per il trucco moderni ha permesso, nel XX secolo, di sviluppare delle presentazioni nuove e varie. È un trucco fluttuante per forma e colore. L’«occhio da cerbiatta» è quello più comunemente utilizzato, perché considerato come il più estetico, ma può essere più o meno appoggiato e realizzato in nero, in blu e in marrone. Le palpebre possono assumere tutte le sfumature dell’arcobaleno e le ciglia

Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei

Fard per le guance Possono essere grassi o compatti. I fard per le guance grassi sono miscele anidre di corpi grassi contenenti pigmenti e la loro composizione è poco diversa da quella dei rossetti. I fard per le guance compatti sono prodotti stampati ottenuti da una miscela di polveri poste in cottura in presenza di un solvente, che può essere dell’acqua o un solvente organico associato a un legante grasso o polimerico reticolare.



Punti importanti

I fondotinta fluidi sono delle emulsioni O/A nelle quali sono disperse miscele di pigmenti colorati e di ossido di titanio che fungono da diluenti delle tinte e da opacizzanti. I fondotinta cakes sono miscele di corpi grassi e di pigmenti. Sono prodotti anidri. Le polveri sono o polveri libere, miscele di talco, di amido, di caolino, di stearato di magnesio e di pigmenti, o polveri compatte, nelle quali la miscela di polvere è associata a un legante grasso che permette la compattazione.

■ Trucco per gli occhi Il mercato del trucco per gli occhi rappresenta attualmente il 31% dei prodotti per il trucco. Come già da secoli, è sempre particolarmente apprezzato.

5

I – 50-170-A-10 ¶ Prodotti per il trucco del viso

devono essere lunghe, ricurve e delineate. Il trucco degli occhi fa, dunque, ricorso a diversi prodotti che sono gli eyeliner, i mascara, gli ombretti e le matite.

Eyeliner Gli eyeliner sono dei prodotti liquidi più o meno viscosi e filmogeni, capaci di fissarsi saldamente sul bordo della palpebra dopo l’asciugatura. I primi eyeliner erano neri o blu; oggi esistono in tutte le tinte. Sono presentati in flaconi accompagnati da un pennello molto fine o da un feltro, che permettono l’applicazione. Sono, generalmente, delle emulsioni O/A filmogene, a base di cere e cariche di pigmenti, o degli inchiostri privi di corpi grassi. Contengono, allora: • dei pigmenti; • dell’acqua; • un gelificante che fornisce la consistenza e mantiene il pigmento in sospensione; • un agente filmogeno (alcol polivinilico, polimero acrilico, gommalacca), che fornisce l’aderenza; • dei coloranti, dei plastificanti. Gli eyeliner «peelable» contengono elevate percentuali di alcol polivinilico.

Mascara I mascara sono prodotti pigmentati utilizzati per truccare le ciglia, allungarle, incurvarle e dar loro colore. Si richiede ad essi anche di essere curanti, di fortificare le ciglia e di favorire la loro crescita, il che richiede delle formule sempre più elaborate. Per lungo tempo gli unici colori proposti sono stati il nero e il marrone. Questi colori rappresentano ancora rispettivamente l’80% e il 15% dei mascara venduti. Gli altri sono i vari blu e, talvolta, il verde spuma. I mascara, in funzione della loro forma, hanno composizioni diverse. I cakes o tavolette, la forma più antica, sono dei pani modellati in una scatola. Si applicano con l’aiuto di una piccola spazzola inumidita d’acqua. Sono saponi (stearato di sodio) contenenti un’alta percentuale di pigmento. Sono idrosolubili. Benché si dissolvano con le lacrime e con l’acqua, sono ancora molto utilizzati. I mascara water based sono delle emulsioni O/A fluide composte essenzialmente: • da acqua; • da corpi grassi; • da emulsionanti (spesso lo stearato di trietanolamina); • da cere (ape, carnauba); • da polimeri per l’aderenza sulle ciglia (polivinil pirrolidone, resina acrilica, gomma arabica, carbossimetilcellulosa); • da pigmenti che sono preferibilmente degli ossidi di ferro. I mascara waterproof sono delle emulsioni A/O fluide o dei sistemi anidri più consistenti a base di cere (cera d’ape, di carnauba, paraffina), di solventi volatili (siliconi volatili, isoparaffine) e di pigmenti (ossidi di ferro). Le creme e i liquidi sono presentati in astucci cilindrici con uno spazzolino automatico. La forma e la qualità dello spazzolino sono di estrema importanza. La formulazione è generalmente stabilita in funzione di questi elementi. Essa deve tenere conto della lunghezza e della densità dei peli e della loro morbidezza, per far sì che il prodotto si disperda appropriatamente sulla loro superficie e vi si mantenga per il tempo dell’applicazione. Allo scopo di ottenere dei mascara «curanti», è possibile aggiungere alle composizioni di base diversi ingredienti con rivendicazioni più o meno ben stabilite: • della cheratina, protettore naturale dei capelli e delle ciglia;

6

• del pantenolo che favorirebbe la crescita; • degli aminoacidi che stimolerebbero la crescita e rafforzerebbero la struttura delle ciglia; • dei mucopolisaccaridi considerati ricostituenti e idratanti; • dei peptidi presentati come rigeneranti e nutrienti.

Ombretti Essi sono attualmente molto utilizzati. Si presentano in polvere compatta pressata, in piccole scatole individuali o in tavolozze di tinte varie. Si prelevano generalmente con un pennello piatto o con una minuscola spugna morbida sulla punta di un bastoncino. Tre elementi entrano nella composizione degli ombretti in polvere: • un carico pigmentario in combinazione con agenti perlescenti, che rappresenta la base della formulazione; • una miscela di polveri come talco e poliamide (nylon), che danno un potere di scorrimento; • un legante di compattazione (in generale lipofilo), il cui ruolo è molto importante. Esso permette la compattazione mediante agglomerati delle particelle tra di esse e facilita l’applicazione. La durezza della piastrina ottenuta è condizionata dalla pressione di compressione, che deve essere sufficiente a evitare lo sfaldamento, ma non troppo, in modo da permettere il prelievo.

Matite e «khol» Le matite sono costituite da un’anima inclusa in un cilindro di legno. I khol sono dei bastoni più o meno duri, grassi e posti in un astuccio. La loro composizione si avvicina a quella dei rossetti. Le due forme sono prodotti anidri protetti da un cappuccio di metallo o di plastica. L’anima delle matite contiene: • dei pigmenti neri, marroni, blu, violetti, verdi; • delle cere vegetali o minerali in gran quantità; • dei corpi grassi liquidi (olii vegetali: olio di ricino, di rosa di macchia e di melaleuca o esteri grassi); • delle microsfere di polimeri che facilitano il suo scorrimento; • degli ingredienti attivi curanti: vitamina E, ceramide, olio di melaleuca. La miscela è colata a caldo, se è abbastanza liquida. In caso contrario, è estrusa con l’aiuto di un estrusore. Le mine, dopo il raffreddamento e l’indurimento, sono poste tra due piastrine di legno di cedro scanalate. Ogni insieme è, quindi, tagliato e ritagliato secondo la forma desiderata. Le matite per sopracciglia sono le più dure. Le matite per palpebre sostituiscono, talvolta, gli eyeliner, a condizione di essere abbastanza morbide, per non causare ferite. I veri khol erano, in origine, composti da solfuro di piombo e/o da solfuro di antimonio. L’uso di metalli di questo tipo è vietato in cosmetica, a causa della loro tossicità. Il loro uso ha, tuttavia, permesso, in assenza di altri antisettici, di evitare certe infezioni dell’occhio. Alcuni paesi li impiegano ancora. Esistono delle matite a due punte, una che distribuisce un tono chiaro da estendere sul bordo interno delle palpebre e l’altra che distribuisce un tono scuro, che deve essere applicato sul bordo esterno. Le matite khol sono attualmente a base di micropigmenti (80 × 1 µm) tipo borosilicati di calcio e di alluminio, rivestiti di ossido di ferro, che fornisce delle tinte inedite, oro, bronzo, rosso e rame [24]. Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei

Prodotti per il trucco del viso ¶ I – 50-170-A-10

Conservanti dei prodotti



Dato il loro utilizzo in applicazioni multiple, la loro composizione e, soprattutto, la sede particolarmente sensibile delle applicazioni, i prodotti per il trucco degli occhi devono essere efficacemente protetti dalle contaminazioni batteriche. La legislazione europea autorizza eccezionalmente per questo l’uso di organomercuriali (tiomersale e sali di fenil mercurio) a concentrazioni molto basse (0,007% di mercurio). Sembrerebbe, tuttavia, che questi conservanti siano sempre meno utilizzati. Si riscontra, talvolta, un donatore di formolo, il quaternium 15, ma si riscontrano soprattutto delle miscele di parabeni e di fenossietanolo. Orbene, la protezione deve potersi manifestare in primo luogo nei confronti dello Pseudomonas aeruginosa, ma anche dello Staphylococcus aureus e epidermidis, e i conservanti attivi contro questi germi non sono numerosi. Questo è il motivo per cui, tenuto conto delle critiche permanenti nei confronti di alcuni conservanti di sintesi, i fabbricanti tentano di trovare altri mezzi di protezione. L’utilizzo di un complesso di polimeri che forma una pellicola sulla superficie delle ciglia e della palpebra, impedendo, così, l’adesione dei batteri è uno di questi (Hydromer®) [25]. Rendere antimicrobici i peli delle spazzole destinate all’uso dei mascara mediante la fissazione di un oligomero cationico biocida è un altro [26].

Punti importanti

I mascara sono presentati in tavolette costituite da un sapone mescolato a pigmenti e compattato oppure in un tubo stretto nel quale scorre uno spazzolino. In questo caso, il liquido inserito nel tubo è un’emulsione fluida O/A per i mascara di base o A/O per i mascara waterproof. Gli eyeliner sono delle emulsioni O/A filmogene cariche di pigmenti o degli inchiostri senza corpi grassi gelificati e filmogeni. Sono posti sul bordo della palpebra in una linea sottile con l’aiuto di un pennello. Gli ombretti sono miscele di pigmenti e di agenti perlescenti associati a un legante grasso che permette la compattazione. Sono prelevati con l’aiuto di un pennello o di un raccordo spugnoso. Le matite per sopracciglia o palpebre sono costituite da una mina inclusa in un cilindro di legno. La mina è composta da cere vegetali e minerali frammiste a una piccola quantità di corpi grassi liquidi e a pigmenti in grande quantità. .

Tollerabilità I rischi inerenti all’uso dei prodotti per il trucco degli occhi sono, da una parte, microbiologici e, dall’altra, allergici. Gli incidenti tecnologici di contaminazione in corso di fabbricazione o di cattiva conservazione dei prodotti non sono generalmente segnalati, ma tutti i produttori sono consci della difficoltà di conservazione di queste miscele nel corso dell’uso. Uno studio recente ha, effettivamente, evidenziato che, su 40 tubi di mascara, il 36% era contaminato dopo l’applicazione quotidiana sulle ciglia superiori e inferiori per 3 mesi. I contaminanti erano soprattutto Staphylococcus epidermidis, Streptococcus species e alcuni funghi [27]. Le allergie da contatto sono state osservate con la gommalacca [28], la colofonia [29, 30], il quaternium 15 o Dowicil 200®[28] e l’ossido di ferro nero [31] e, benché non siano state fino a oggi segnalate, le allergie alle resine acriliche sono ben note, soprattutto in odontoiatria. Il colore verde è spesso dovuto agli ossidi di cromo, o l’ossido di cromo anidro (CI 77288) o l’ossido di cromo idrato (CI 77289) e, benché la legislazione europea imponga l’assenza di sali di cromo Cr 6+, le migliori qualità hanno un contenuto di Cr6+ inferiore o pari a 5ppm [6] e le reazioni allergiche possono sempre verificarsi.

■ Conclusioni Tenuto conto della specificità delle materie prime e dei procedimenti di fabbricazione impiegati e tenuto conto anche della stretta correlazione con la moda, i prodotti per il trucco costituiscono un campo molto particolare della cosmetica, che è, generalmente, un argomento per specialisti. Le grandi marche non realizzano sempre esse stesse tutta la loro produzione e fanno ricorso a fabbricanti nazionali o esteri, come, del resto, fanno anche i produttori più piccoli. Il prodotto per il trucco rimane, tuttavia, il prodotto principale della cosmetica e beneficia di tutti gli sforzi di ricerca e di innovazione messi in atto dai fisicochimici, dai coloristi e dai formulatori. Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei

■ Riferimenti bibliografici [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12]

[13]

[14] [15] [16] [17]

Anonyme. De l’aile du papillon au nanomaquillage. Les échos 31 août 2005. Martini MC. Cosmétologie masculine. Paris: édition Tec & Doc Lavoisier; 2008. Woolery-Lloyd H. Ethnic skin care. Cosmet Toilet Mag 2006; 121:43-6. Anonyme. Maquillage. Jeux de couleur et de lumière. Parf Cosmet Actual 2001;160:110-2. Maiz D. Marché français : progression en 2006. Parf Cosmet Actual 2007;196:330-4. Grizzo S. Matières colorantes. In: Actifs et Additifs en cosmétologie. Paris: édition Tec & Doc Lavoisier; 2006. p. 851-904. Seu-Salerno M. Pigments traités. In: Actifs et Additifs en cosmétologie. Paris: édition Tec & Doc Lavoisier; 2006. p. 905-35. Basset F. Rouges à lèvres : une décennie d’évolution des formules. Parf Cosmet Actual 2001;160:127-30. Martini MC. Les produits cosmétiques : toxicologie clinique et analytique. Législation. 3e partie : les produits de beauté et les parfums. Lyon Pharm 1974;25:279-303. Kupradinun P. Carcinogenicity testing of the cosmetic dye: DC Red 36. Asian Pac J Cancer Prev 2002;3:55-60. Green MR, Pastewka JV. Mutagenicity of some lipsticks and their dyes. J Natl Cancer Inst 1980;64:665-9. Ozkaya E, Topcarci Z, Ozarmagan G. Allergic contact cheilitis from a lipstick misdiagnosed as herpes labialis: subsequent worsening due to Zovirax contact allergy. Australas J Dermatol 2007;48:190-2. Tan BB, Noble AL, Roberts ME, Lear JT, English JS. Allergic contact dermatitis from oleyl alcohol in lipstick cross-reacting with ricinoleic acid in castor oil and lanolin. Contact Dermatitis 1997;37:41-2. Lim SW, Goh CL. Epidemiology of eczematous cheilitis at a tertiary dermatological referral center in Singapore. Contact Dermatitis 2000;43:322-6. Sugiura M, Hayakawa R, Sugiura K. Contact dermatitis due to lipstick and a cream containing isopalmityl diglyceryl sebaçate. Contact Dermatitis 2006;54:213-4. Hayakawa R, Matsunaga K, Suzuki M, Arima Y, Ohkido Y. Lipstick dermatitis due to C18 aliphatic compounds. Contact Dermatitis 1987;16:215-9. Pastor N, Silvestre JF, Mataix J, Lucas A, Pérez M. Contact cheilitis from bisabolol and polyvinylpyrrolidone/ hexadecene copolymer in lipstick. Contact Dermatits 2008; 58:178-9.

7

I – 50-170-A-10 ¶ Prodotti per il trucco del viso

[18] Fiume MZ. Final report on the amended safety assessment of diisopropyl, dicetearyl, diisostearyl, dioctyl, dioctyldodecyl, ditridecyl dimer dilinoleate. Int J Toxicol 2003;22(suppl2): 45-61. [19] Hans RK, Agrawal N, Verma K, Misra RB, Ray RS, Farooq M.Assessment of the phototoxic potential of cosmetic products. Food Chem Toxicol 2008;46:1653-8. [20] Schram SE, Glesne LA, Warshaw EM. Allergic contact cheilitis from benzophenone-3 in lip balm and fragrance/flavorings. Dermatitis 2007;18:221-4. [21] Freeman S, Stephens R. Cheilitis: analysis of 75 cases referred to a contact dermatitis clinic. Am J Contact Dermatitis 1999; 10:198-200. [22] Strauss RM, Orton DI. Allergic contact cheilitis in the United Kingdom: a retrospective study. Am J Contact Dermatitis 2003;14:75-7. [23] Zug KA, Kornik R, Belsito DV, DeLeo VA, Fowler Jr. JF, Maibach HI, et al. Patch testing North American lip dermatitis patients: data from the North American Contact Dermatitis Group (NACDG). Dermatitis 2008;19:202-8. [24] Maiz D. Le crayon, un produit star. Parf Cosmet Actual 2007; 193:59-67.

[25] Basset F. Dossier-report: Conservateurs. Parf Cosmet Actual 2006;189:74-99. [26] Couval E. Quelle chimie pour le contenant cosmétique : exemple d’optimisation de la fonctionnalité antimicrobienne d’une brosse applicatrice de mascara. XXIIIes Journées Européennes de Dermocosmétologie, Lyon, janvier 2007. [27] Pack LD. Microbial contamination associated with mascara use. Optometry 2008;79:587-93. [28] Le Coz CJ, Leclere JM, Arnoult E, Raison-Peyron N, PonsGuiraud A, Vigan M, et al. Allergic contact dermatitis from shellac in mascara. Contact Dermatitis 2002;46:149-52. [29] Karlberg AT, Liden C, Ehrin E. Colophany in mascara as a cause of eyelid dermatitis. Chemical analysis and patch testing. Acta Derm Venereol 1991;71:445-7. [30] Farm G. Contact allergy to colophany. Clinical and experimental study with emphasis on clinical relevance. Acta Derm Venereol [suppl] 1998;201:1-42. [31] Saxena M, Warshaw E, Ahmed DD. Eyelid allergic contact dermatitis to black iron oxide. Am J Contact Dermatitis 2001;12:38-9.

M.-C. Martini ([email protected]). 109, route de Limonest, 69380 Lissieu, France. Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Martini M.-C. Prodotti per il trucco del viso. EMC (Elsevier Masson SAS, Paris), Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei, 50-170-A-10, 2011.

Disponibile su www.em-consulte.com/it Algoritmi decisionali

8

Iconografia supplementare

Videoanimazioni

Documenti legali

Informazioni per il paziente

Informazioni supplementari

Autovalutazione

Caso clinico

Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei